Meknès, la città in cui è ambientata la saga omonima, è un vero e proprio gioiello. Antica capitale del Marocco sotto il regno di Moulay Ismail (1672-1727), si trova ad appena 60 Km da Fes e a 130 dall’attuale capitale Rabat.
Il suo nome deriva da quello di una tribù berbera (amazigh per la precisione), i Miknassa, che la fondarono nel 757. Il suo nome berbero è Ameknas, che in lingua tamazigh vuol dire “guerriero”.
Meknès è una delle quattro città imperiali del Marocco insieme a Fes, Rabat e Marrakesh.
La parte più antica è, dal 1996, patrimonio dell’umanità per l’UNESCO.
Il nucleo originario di Meknès risale al’VIII secolo.
Furono i Miknassa, giunti sul posto tra il IX e X secolo, a renderla una vera e propria città.
Nel 117 d.C. la città cadde sotto il dominio dell’Impero Romano, ma conobbe anche la presenza di importantissimi dinastie islamiche: gli Almoravidi, che nell’XI secolo ne fecero la loro base militare, gli Almohadi, che la impreziosirono con la costruzione di moschee e fortificazioni e gli Alawiti, di cui Moulay Ismail fu il più illustre rappresentante.
Fu quest’ultimo a rendere Meknès una città gloriosa, piena di giardini, porte monumentali, moschee e splendidi palazzi.
L’appellativo di “città dai cento minareti” deriva proprio dall’ingegno e dal gusto raffinato di questo sultano.
Meknès è conosciuta anche come “la Versailles del Marocco” o “la piccola Parigi”.
Ci sono moltissimi monumenti da ammirare, tra questi il Mausoleo di Moulay Ismail, aperto anche ai non musulmani; la Bab Mansour, la porta più maestosa di Meknès, iniziata sotto il regno di Moulay Ismail e terminata dal figlio Moulay Abdallah; Dar El Makhzen, residenza ufficiale, vero e proprio quartier generale dello stesso sultano; la Grande Moschea edificata dagli Almoravidi nell’XI secolo; il Museo Dar Jamai, che offre eccellenti esempi dell’arte marocchina.
Per saperne di più, visitate il sito ufficiale dell’UNESCO.