domenica 21 ottobre 2012

Meknès: lo splendore del deserto

Meknès, la città in cui è ambientata la saga omonima, è un vero e proprio gioiello. Antica capitale del Marocco sotto il regno di Moulay Ismail (1672-1727), si trova ad appena 60 Km da Fes e a 130 dall’attuale capitale Rabat.

Il suo nome deriva da quello di una tribù berbera (amazigh per la precisione), i Miknassa, che la fondarono nel 757. Il suo nome berbero è Ameknas, che in lingua tamazigh vuol dire “guerriero”

Meknès è una delle quattro città imperiali del Marocco insieme a Fes, Rabat e Marrakesh. La parte più antica è, dal 1996, patrimonio dell’umanità per l’UNESCO. Il nucleo originario di Meknès risale al’VIII secolo. 

Furono i Miknassa, giunti sul posto tra il IX e X secolo, a renderla una vera e propria città. Nel 117 d.C. la città cadde sotto il dominio dell’Impero Romano, ma conobbe anche la presenza di importantissimi dinastie islamiche: gli Almoravidi, che nell’XI secolo ne fecero la loro base militare, gli Almohadi, che la impreziosirono con la costruzione di moschee e fortificazioni e gli Alawiti, di cui Moulay Ismail fu il più illustre rappresentante. 

Fu quest’ultimo a rendere Meknès una città gloriosa, piena di giardini, porte monumentali, moschee e splendidi palazzi.

L’appellativo di “città dai cento minareti” deriva proprio dall’ingegno e dal gusto raffinato di questo sultano. Meknès è conosciuta anche come “la Versailles del Marocco” o “la piccola Parigi”. 

Ci sono moltissimi monumenti da ammirare, tra questi il Mausoleo di Moulay Ismail, aperto anche ai non musulmani; la Bab Mansour, la porta più maestosa di Meknès, iniziata sotto il regno di Moulay Ismail e terminata dal figlio Moulay Abdallah; Dar El Makhzen, residenza ufficiale, vero e proprio quartier generale dello stesso sultano; la Grande Moschea edificata dagli Almoravidi nell’XI secolo; il Museo Dar Jamai, che offre eccellenti esempi dell’arte marocchina. 

Per saperne di più, visitate il sito ufficiale dell’UNESCO.

mercoledì 17 ottobre 2012

Meknès parte quarta “L’Amore della Regina”

L’ultima parte di Meknès riserva dei colpi di scena: un potente capo berbero muove guerra contro il sovrano del Marocco, proprio nel momento in cui Leila dà alla luce una figlia. 

Il nemico è ormai alle porte della città e, nonostante l’imponente difesa, riesce a rapire alcune donne dell’harem, tra cui la favorita. 

La protagonista si ritrova, cosi, prigioniera di un uomo misterioso e brutale. La scoperta della vera identità del capo berbero mette Leila di fronte ad un bivio da cui dipenderà la sua intera esistenza. 

Rimanere confinata nel deserto, adattandosi ad una nuova vita, mentre a Meknès tutti la credono morta, oppure tentare una fuga che sembra impossibile? Solo il cuore potrà guidare Leila verso la giusta ma rischiosa decisione finale.

 “L’Amore della regina” sarà disponibile, per Lite Editions in versione ebook, dal 14 novembre 2012.

giovedì 11 ottobre 2012

Meknès: “L’Eunuco e la Favorita”

Nella terza parte della saga Meknès, “L’Eunuco e la Favorita”, proseguono le avventure della bella Leila. 

La giovane, sempre più innamorata di Abdallah, non esita a tradire il sultano. Il vero amore non è più un sogno irraggiungibile per lei.

Il suo gioco, però, è molto pericoloso: Moulay Ismail la tiene in grande considerazione, lodandone la lungimiranza politica, ma il potere conquistato da Leila a corte è costantemente in balìa dell’umore del sovrano

L’amore per Abdallah è un sentimento proibito che può costarle l’onore, la libertà ed anche la vita. Non potendo più sopportare le distanze che li dividono, i due amanti progettano la fuga.

Il sultano, però, non resterà a guardare e non sopporterà la perdita della sua favorita. Un tale disonore deve essere lavato nel sangue e la sua vendetta sarà spietata ed inesorabile.

Il racconto sarà in vendita, in formato ebook, dal 7 novembre 2012.

martedì 2 ottobre 2012

domenica 30 settembre 2012

Meknès: il Veleno della Principessa

Nel secondo racconto della serie Meknès ritroviamo la protagonista, Leila, più forte e sicura di sé grazie all’amore del sovrano ma, nello stesso tempo, più fragile: l’harem, infatti, non è mai un luogo sicuro e l’invidia serpeggia tra le rivali della bella giovane, che non attendono altro se non un suo errore per prenderne il posto.

La sicurezza e l’incolumità di Leila vengono messe in discussione quando a palazzo arriva una nuova concubina, Wardah. Non una schiava, bensì una principessa araba disposta a tutto pur di conquistare il cuore di Moulay Ismail e scalare la vetta del potere. 

L’odio tra Leila e Wardah divampa come un incendio. Quest’ultima, però, ha un’arma infallibile: è un’esperta conoscitrice di veleni, che non esita ad usare per uccidere la discendenza del sultano, facendo ricadere la colpa su Leila

La coraggiosa giovane dovrà dimostrare la propria innocenza per scampare ad un’ingiusta condanna a morte. Nella sua lotta, però, non sarà sola: l’affascinante e misterioso eunuco Abdallah le farà scoprire il valore dell’amicizia e, forse, anche l’amore…

Nelle librerie online in formato ebook dal 30 ottobre 2012 

giovedì 27 settembre 2012

Giuha: pillole di saggezza popolare

C’è un personaggio nel mondo arabo la cui origine è antichissima ed in parte avvolta nel mistero. Si chiama Giuha. Forse vi sarà già capitato di sentire questo nome in una delle sue varianti italiane, per esempio il siciliano Giufà o il toscano Giocà

Le sue storie, sapiente intreccio tra saggezza popolare ed umorismo, sono sempre state tramandate oralmente fino ai nostri giorni e questo ha contribuito ad alimentare l’incertezza sulle reali origini di Giuha

La teoria più probabile fissa la “data di nascita” del personaggio nel IX secolo, ma la diffusione delle sue storie nel bacino del Mediterraneo fu cosi rapida e priva di uniformità che è a tutt’oggi impossibile ricostruirne tutte le tappe in modo completo e definitivo. 

Ogni Paese arabo ha il proprio Giuha, dal Maghreb al Mashreq e talvolta viene alterato persino il nome. Alcune caratteristiche, però, sono costanti: il protagonista di questi racconti è rappresentato sempre allo stesso modo (non giovanissimo, con baffi e nasone e tipiche babbucce ai piedi), incoerente, all’apparenza astuto ma, di fatto, ingenuo e piuttosto sfortunato. 

Persino il significato del nome Giuha è simbolico: vuol dire, infatti, “deviare dalla retta via”, cioè avere un comportamento che non ha una logica di fondo né razionalità o coerenza. 

Ogni storia o barzelletta riflette la quotidianità, ha una morale e vuole insegnare qualcosa sul mondo. Gli stessi personaggi sono tipi di un’umanità complessa e variegata, emblema di pregi e difetti che da sempre caratterizzano l’essenza di ogni essere umano. 

Negli aneddoti di Giuha c’è anche un “animale ricorrente”: l’asino, che rappresenta un mezzo di trasporto oppure un oggetto di scambio. 

In Sicilia il personaggio venne ripreso da Giuseppe Pitrè (1841-1916), il celebre studioso di tradizioni siciliane, che ne raccolse in modo sistematico le storie diffuse per tutta l’isola.

Il favolista siciliano Venerando Gangi (1748-1816) gli dedicò un suo racconto, adattato in italiano nel 1845. Proprio a questo adattamento si fa risalire la prima storia scritta di Giuha. 

Negli ultimi anni, però, si sta cercando di fissare per iscritto questa saggezza popolare, raccogliendo tutti gli aneddoti esistenti sul simpatico, sciocco, furbo, ingenuo, divertente Giuha, caricatura dell’intera umanità. 

Presto un post con le storie di Giuha con testo arabo a fronte ed ulteriori approfondimenti sul personaggio in Italia e nel mondo arabo

Bibliografia e fonti 


http://it.wikisource.org/wiki/Una_storia_di_Giuf%C3%A0 Una Storia di Giuha di Venerando Gangi, tradotta da Agostino Longo (1845) 

Kamal Attia Atta, La camicia di Giuha, edizioni EMI, 1997

Francesca M. Corrao Giufà , il furbo, lo sciocco, il saggio, Milano, Mondadori,1991 

L'immagine è tratta dal sito http:///www.arab.it

domenica 23 settembre 2012

La Moglie del Sultano

Questo post è il primo degli approfondimenti sui racconti della serie "Meknès" che vi avevo promesso. Per farvi entrare meglio nell’atmosfera dei racconti è giusto che vi dica qualcosa in più sulle trame.

Il primo racconto, “La Moglie del Sultano”, è ambientato a Meknès (Marocco) nel 1679. Leila, unica figlia del medico di corte del sultano Moulay Ismail, viene educata per entrare a far parte dell’harem reale

L’idea di farla diventare una jariyah, cioè una concubina è frutto non solo della grande bellezza di Leila, ma anche della smisurata ambizione dei genitori che sperano, in tal modo, di acquisire prestigio e privilegi a corte

L’aspirazione più grande della giovane, inculcatale dalla famiglia, è quella di divenire sposa e favorita del potente sultano. Le attenzioni del sovrano sono considerate un onore accessibile solo alle donne più belle, astute ed intelligenti. Leila viene affidata all’anziana Umm Zayid, che si occupa di selezionare ed educare le giovani destinate all’harem

Una volta entrata a palazzo la giovane dovrà usare tutto il fascino ed il talento che possiede per farsi notare dal sovrano, sopravvivere in un ambiente ostile e conquistare una posizione solida. 

In questo piano apparentemente perfetto di ascesa al potere c’è solo un’incognita che nemmeno tutto il sapere del mondo può risolvere: riuscire a dare al sultano un figlio maschio nel più breve tempo possibile.