Il Viaggio di Ibn Fattouma è uno dei libri più belli di Nagib Mahfouz. Un viaggio allegorico nella Storia, tra le società che hanno affrontato il tempo per creare la civiltà.
Ai critici non è sfuggito nemmeno l’intento parodistico di questa somiglianza e del romanzo stesso, che ricalca in chiave ironica i viaggi di Ibn Battuta. Quest’ultimo partì da Tangeri nel 1326 per compiere il pellegrinaggio rituale a La Mecca. Tornò a casa 25 anni dopo, portando con sé ricordi e aneddoti sulle genti che aveva incontrato ed i luoghi che aveva visitato.
Ibn Fattouma, invece, parte perché insoddisfatto della propria esistenza e del clima di ingiustizia e povertà che regna nel mondo musulmano, la Dar Al-Islam. Spera di riuscire a varcare i confini della terra di Gebel, luogo leggendario, perfetto, una vera e propria utopia di cui tutti hanno sentito parlare, ma che nessuno ha mai visto davvero. Crede, inoltre, che l’incontro con altri popoli possa dargli le risposte esistenziali che cerca, ma il suo diviene ben presto un viaggio tra le realtà socio-politiche più che tra le civiltà.
Nagib Mahfouz non ci dice in che tempo e luogo viva Ibn Fattouma, anche se sembra di scorgere tra le righe l’atmosfera del medioevo arabo.
La prima tappa di questo viaggio è la Dar Al-Mashriq, un territorio pagano e dedito al culto della Luna. Questo luogo rappresenta il primo passo verso la civiltà ed è dominato da una società tribale e matriarcale. E’ qui che Ibn Fattouma conosce Arousa, che diverrà sua moglie, ma anche uno dei personaggi chiave del romanzo.
La seconda tappa, Dar Al-Ḥayra, è un regno in cui il culto è dedicato ad un dio-re, padrone di tutte le terre. Qualunque ribellione viene punita con la morte. Dar Al-Ḥayra ricorda molto da vicino l’epoca feudale ed è proprio qui che Ibn Fattouma sconta ingiustamente venti anni di prigione.
Il terzo viaggio è verso Dar Al-Ḥalba, il regno della libertà assoluta, in cui non esiste religione di Stato e si fanno manifestazioni a favore delle unioni omosessuali con l’aiuto e la protezione della polizia. Gli abitanti di Dar Al-Ḥalba credono solo nella ragione ed il tipo di società in cui vivono rimanda a quelle capitaliste dell’Occidente. E’ qui che Ibn Fattouma si sposa per la seconda volta, pur non potendo dimenticare Arousa, di cui ignora il destino.
Dar Al-Aman è la tappa successiva: in questo paese dominano la giustizia e l’uguaglianza. Tutti lavorano e non esistono differenze sociali. Eppure in questo luogo la felicità è sconosciuta, mentre la tristezza e la frustrazione regnano sovrane. Ibn Fattouma si trova di fronte al sistema comunista e marxista.
La penultima tappa del viaggio è Dar Al-Ghurub, in cui il giovane si prepara fisicamente e spiritualmente per entrare a Gebel. Il suo addestramento viene interrotto dalla guerra ma egli, deciso a raggiungere la meta finale, non si scoraggia ed accetta di intraprendere l’ultimo viaggio pur consapevole di nojn essere pronto.
Il romanzo si interrompe prima dell’arrivo a Gebel, mostrandoci Ibn Fattouma e gli altri compagni di percorso intenti a scalare la montagna che li separa dal loro “paradiso”. Non sappiamo se riusciranno ad entrare: il loro cammino si ferma al presente della Storia umana. Il futuro non è che un’incognita. Non a caso l’ultimo capitolo si intitola “L’Inizio”; è la strada che l’Uomo dovrà compiere da qui in avanti, vivendo e sbagliando.
Ibn Fattouma viaggia alla ricerca di una società perfetta che non trova: ognuno dei luoghi che attraversa mostra le crepe dell’estremismo e dell’intolleranza. Ogni volta egli cerca il parere illuminante di guide e saggi dei paesi in cui mette piede, pone domande sugli usi, i costumi, il pensiero, ma la delusione lo accompagna senza dargli scampo.
Mahfouz, però, sembra suggerire che la soluzione ideale sia un compromesso tra capitalismo e comunismo. Sta all’Uomo realizzare un mondo che sia il più possibile vicino a questo ideale.
Ibn Fattouma, invece, parte perché insoddisfatto della propria esistenza e del clima di ingiustizia e povertà che regna nel mondo musulmano, la Dar Al-Islam. Spera di riuscire a varcare i confini della terra di Gebel, luogo leggendario, perfetto, una vera e propria utopia di cui tutti hanno sentito parlare, ma che nessuno ha mai visto davvero. Crede, inoltre, che l’incontro con altri popoli possa dargli le risposte esistenziali che cerca, ma il suo diviene ben presto un viaggio tra le realtà socio-politiche più che tra le civiltà.
Nagib Mahfouz non ci dice in che tempo e luogo viva Ibn Fattouma, anche se sembra di scorgere tra le righe l’atmosfera del medioevo arabo.
La prima tappa di questo viaggio è la Dar Al-Mashriq, un territorio pagano e dedito al culto della Luna. Questo luogo rappresenta il primo passo verso la civiltà ed è dominato da una società tribale e matriarcale. E’ qui che Ibn Fattouma conosce Arousa, che diverrà sua moglie, ma anche uno dei personaggi chiave del romanzo.
La seconda tappa, Dar Al-Ḥayra, è un regno in cui il culto è dedicato ad un dio-re, padrone di tutte le terre. Qualunque ribellione viene punita con la morte. Dar Al-Ḥayra ricorda molto da vicino l’epoca feudale ed è proprio qui che Ibn Fattouma sconta ingiustamente venti anni di prigione.
Il terzo viaggio è verso Dar Al-Ḥalba, il regno della libertà assoluta, in cui non esiste religione di Stato e si fanno manifestazioni a favore delle unioni omosessuali con l’aiuto e la protezione della polizia. Gli abitanti di Dar Al-Ḥalba credono solo nella ragione ed il tipo di società in cui vivono rimanda a quelle capitaliste dell’Occidente. E’ qui che Ibn Fattouma si sposa per la seconda volta, pur non potendo dimenticare Arousa, di cui ignora il destino.
Dar Al-Aman è la tappa successiva: in questo paese dominano la giustizia e l’uguaglianza. Tutti lavorano e non esistono differenze sociali. Eppure in questo luogo la felicità è sconosciuta, mentre la tristezza e la frustrazione regnano sovrane. Ibn Fattouma si trova di fronte al sistema comunista e marxista.
La penultima tappa del viaggio è Dar Al-Ghurub, in cui il giovane si prepara fisicamente e spiritualmente per entrare a Gebel. Il suo addestramento viene interrotto dalla guerra ma egli, deciso a raggiungere la meta finale, non si scoraggia ed accetta di intraprendere l’ultimo viaggio pur consapevole di nojn essere pronto.
Il romanzo si interrompe prima dell’arrivo a Gebel, mostrandoci Ibn Fattouma e gli altri compagni di percorso intenti a scalare la montagna che li separa dal loro “paradiso”. Non sappiamo se riusciranno ad entrare: il loro cammino si ferma al presente della Storia umana. Il futuro non è che un’incognita. Non a caso l’ultimo capitolo si intitola “L’Inizio”; è la strada che l’Uomo dovrà compiere da qui in avanti, vivendo e sbagliando.
Ibn Fattouma viaggia alla ricerca di una società perfetta che non trova: ognuno dei luoghi che attraversa mostra le crepe dell’estremismo e dell’intolleranza. Ogni volta egli cerca il parere illuminante di guide e saggi dei paesi in cui mette piede, pone domande sugli usi, i costumi, il pensiero, ma la delusione lo accompagna senza dargli scampo.
Mahfouz, però, sembra suggerire che la soluzione ideale sia un compromesso tra capitalismo e comunismo. Sta all’Uomo realizzare un mondo che sia il più possibile vicino a questo ideale.
Il Libro
Titolo: Il Viaggio di Ibn Fattouma
Autore: Nagib Mahfouz
Casa Editrice: Newton & Compton
Pagine: 153
Prezzo: 9.90 euro
Anno: 2011
Trama
Quando la donna che ama e vorrebbe sposare gli viene ingiustamente sottratta da un uomo più potente di lui, Ibn Fattouma decide di mettersi in viaggio per raggiungere la mitica terra di Gebel, da cui nessuno ha mai fatto ritorno e dove spera di trovare saggezza e conoscenza per sé e la sua gente. Per raggiungerla, la sua carovana dovrà attraversare cinque nazioni, ognuna con la propria religione e il proprio governo. La prima è Mashriq, soggetta a un despota e abitata da schiavi nudi che inneggiano alla Luna; poi Haira, una nazione teocratica governata dall'esercito; la terza è Halba, terra di estrema libertà; segue Aman, società dove regnano giustizia e ordine ma nella quale sembra non esserci spazio per i sentimenti; infine Ghuroub, dove vige il culto della Ragione. Ibn Fattouma subisce un'iniziale fascinazione da parte di ciascuna, ma alla fine si rende conto che il dolore e la guerra regnano ovunque, tanto da temere che la stessa terra di Gebel sia solo un sogno. Pubblicato in arabo nel 1983, "Il viaggio di Ibn Fattouma" è una favola magica e raffinata sulla ricerca della società perfetta, sul desiderio mai appagato di felicità, ma anche, tra le righe, una velata critica a quell'Islam cui Mahfuz stesso appartiene.
Biografia dell’autore
Laureato in Filosofia, giornalista e sceneggiatore, Nagib Mahfuz è considerato unanimemente tra i più importanti scrittori arabi di tutti i tempi. Nel 1957 ha ricevuto il premio di Stato per la Letteratura, e nel 1988 è stato il primo autore arabo ad essere insignito del premio Nobel. Parallelamente alla sua attività narrativa, Mahfuz ha lavorato come dipendente del Ministero degli Affari Religiosi e ha ricoperto l’incarico di direttore del Dipartimento del cinema presso il Ministero della Cultura. Nel 1994 ha subito un attentato ad opera di fondamentalisti islamici. Nonostante la semiparalisi del braccio destro, Mahfuz non ha comunque mai interrotto il suo lavoro di scrittore. Tra le sue opere, sempre incentrate sulla cultura egiziana e sul rapporto affettivo dello scrittore con la città del Cairo e con la vita popolare dei suoi quartieri, si ricordano: Vicolo del mortaio, Il ladro e i cani e la Trilogia del Cairo. La Newton Compton ha pubblicato anche La battaglia di Tebe; Akhenaton. Il faraone eretico; La maledizione di Cheope; Rhadopis. La cortigiana del faraone; Racconti dell’antico Egitto; Il giorno in cui fu ucciso il leader e Un uomo da rispettare
Bibliografia
Nagib Mahfouz, Il Viaggio di Ibn Fattouma, ed. Newton & Compton 2011;
Rasheed El-Enany, Naguib Mahfouz. The Pursuit of Meaning, Routledge, Usa, 1993;
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