Continuano i post dedicati alla raccolta di favole orientali de “Le Mille e Una Notte”. Questa volta si parlerà della nascita e della struttura di questo capolavoro.
Le Mille e Una Notte ( Alf Layla wa-Layla in arabo) hanno un’origine molto lontana, che risale addirittura al X secolo. Non fu un autore solo a comporre le novelle della raccolta, che differiscono anche per ambientazione geografica e narrazione storica.
Il X secolo rappresenta il momento in cui le favole vennero messe per iscritto, dopo essere state tramandate oralmente per un certo periodo di tempo. Proprio a quest’epoca, infatti, appartiene il fulcro originario dell’opera, che si arricchirà man mano.
Prova di questo “ampliamento” dal nucleo più antico è data dalle informazioni su usi, leggi ed istituzioni del Vicino Oriente e dai riferimenti a grandi potenze dei mari come Venezia, che permettono di datare (o almeno provare a farlo) le novelle.
Si può dire, però, che la versione completa e definitiva de Le Mille e Una Notte risalga ad un’epoca compresa tra il 1400 ed il 1500.
Per quanto riguarda la struttura, la si potrebbe paragonare ad una sorta di scatole cinesi. Di solito si sente parlare, a ragione, di “narrazione nella narrazione”: l’opera presenta la vicenda di Shahrazad, decisa a porre fine alla strage di donne perpetrata da Shahriyar. La giovane, per salvarsi la vita, narra le novelle principali che dureranno per mille e una notte, interrompendosi sempre sul più bello.
I personaggi delle favole di Shahrazad, a loro volta, raccontano altre storie. In questo modo molti protagonisti della raccolta sono, contemporaneamente, personaggi e narratori e le situazioni che vivono diventano storie e cornici per altre narrazioni.
Per quanto riguarda l’ambientazione delle novelle bisogna riconoscere e scindere gli elementi persiani da quelli arabi, cinesi e indiani.
I racconti ambientati a Baghdad e in Egitto, questi ultimi più recenti, fanno parte della matrice arabo-islamica (il califfo Harun Al-Rashid, realmente esistito, è un personaggio-chiave).
Ci sono anche racconti ambientati in Cina ed altri di derivazione persiana.
A tal proposito occorre ricordare una cosa che non tutti sanno: la famosa storia di Sinbad il Marinaio non fa parte del nucleo originario, ma è una aggiunta successiva.
La traduzione più celebre de Le Mille e Una Notte fu quella dell’orientalista francese Antoine Galland (di cui si parlerà prossimamente in modo più approfondito).
Dal suo lavoro, iniziato nel 1701 e pubblicato nel 1704, presero spunto molti altri traduttori occidentali.
Galland tramandò queste storie, con adattamenti e vere e proprie aggiunte, contribuendo alla formazione dell’immagine occidentale dell’Oriente e di personaggi immortali come Shahrazad.
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