Il nuovo film di Renzo Martinelli (“Barbarossa”), nelle sale il prossimo 11 aprile, è dedicato ad una delle grandi battaglie che hanno segnato la Storia: il secondo assedio di Vienna, datato 1683.
La battaglia descritta nel film è quella decisiva, che si svolse l’11 ed il 12 settembre, dopo due mesi di logorante assedio.
Da una parte il re polacco Jan III Sobieski, che comandò l’esercito austro-tedesco e polacco, mentre l’imperatore Leopoldo I ed il papa Innocenzo XI si occuparono di diplomazia “ufficiale” ed accordi segreti.
Dall’altra l’esercito ottomano guidato dal Gran Visir Kara Mustafa Pasha, che era arrivato alle porte di Vienna il 14 luglio 1683.
Questa battaglia decise le sorti del mondo, rappresentando la fase finale del lungo scontro tra la Lega Santa e l’Impero Ottomano, che si risolse con la Pace di Karlowitz.
Nel film il personaggio di rilievo è Marco da Aviano, che ebbe il compito di incitare l’esercito cristiano, ormai allo stremo delle forze e ricreare La Lega Santa, promossa da Innocenzo XI.
Il budget del film è di 12 milioni ed il cast notevole: F. Murray Abraham, nel ruolo di Marco da Aviano, Enrico Lo Verso, in quello di Kara Mustafa, Jerzy Skolimowski che interpreta il re Jan III Sobieski e, ancora, Piotr Adamczyk, Matteo Branciamore, Antonio Cupo, Giorgio Lupano e Isabella Orsini.
Il film ha due titoli: “September Eleven”, per le sale cinematografiche e “Marco da Aviano” per le due puntate televisive che andranno in onda prossimamente.
La sceneggiatura è stata scritta dallo stesso Martinelli e da Valerio Massimo Manfredi.
I due autori si sono basati sul libro di Carlo Sgorlon, “Il Taumaturgo e l’Imperatore” (Mondadori, 2003), che ripercorre le vicende di Marco da Aviano, considerato un predicatore carismatico ed un vero e proprio trascinatore di folle.
I due autori si sono basati sul libro di Carlo Sgorlon, “Il Taumaturgo e l’Imperatore” (Mondadori, 2003), che ripercorre le vicende di Marco da Aviano, considerato un predicatore carismatico ed un vero e proprio trascinatore di folle.
Una prima polemica sul film, però, c’è già stata e riguarda la frase riportata sulla locandina: “Sapevi che la data dell’11/9 non è casuale?”
Alcuni hanno già dichiarato che parole simili servono solo a creare tensioni e provocazioni.
Sinossi ufficiale
L’11 settembre 1683 trecentomila guerrieri chiamati da ogni angolo dell’Impero Ottomano tengono Vienna sotto assedio.
Sono comandati dal Gran Visir Kara Mustafa, al quale il Sultano di Istanbul ha affidato il vessillo del Profeta: lo stendardo verde con la luna crescente dorata che la tradizione rivendica essere appartenuta al Profeta Maometto in persona.
Lo scopo della loro aggressione è di issare quella bandiera su tutte le capitali d’Europa, tra le quali, in ultimo, Roma, la culla della Cristianità. L’apparizione di una cometa luminosa nei cieli, viene interpretata come un segno di Allah che promette una gloriosa vittoria dell’Islam e la sottomissione dell’Europa cristiana.
I cavalli arabi si abbevereranno presto alle fontane di Piazza San Pietro. Nonostante due mesi di resistenza eroica, il destino di Vienna sembra segnato: colpi di cannone dell’esercito turco hanno fatto breccia nelle mura in diversi punti, aprendo la via per una rapida incursione della cavalleria tartara affiancata ai giannizzeri del Visir.
Le sortite sono sempre più feroci e frequenti. L’11 settembre – alle prime luci dell’alba – un monaco cappuccino tiene messa in cima alla collina che sovrasta la città. Poi, con un ultimo appassionato sermone, incita le truppe cristiane. Il suo nome è Marco da Aviano, nato in Friuli nel 1631 da una nobile stirpe.
E’ il consigliere e la guida spirituale dell’Imperatore Asburgico Leopoldo I. La battaglia tra i due eserciti opposti si trascina fino al tramonto, con risultati alterni per le due parti, in un gioco strategico di avanzate e ritirate, finché la Lega Santa, guidata da Re Polacco Jan III Sobieski conduce l’assalto finale che sbaraglia le truppe ottomane e l’ultima resistenza dell’accampamento nemico: venticinquemila tende tra le quali troneggia il padiglione verde dello stesso Kara Mustafa.
Durante l’intera battaglia la figura di Marco da Aviano si staglia nel cielo in cima alla collina tenendo tra le mani il crocefisso, sollevato al cielo. Qualche giorno più tardi, Marco in persona porterà lo stendardo di Maometto a Roma e lo consegnerà nelle mani di Papa Innocenzo XI”.
“La Mano di Fatima” si occuperà ancora del film.
Intanto, per saperne di più, potete collegarvi con la pagina fb, sempre aggiornata e ricca di spunti interessanti e vedere il primo teaser trailer, il secondo e la presentazione del film.
Lo scopo della loro aggressione è di issare quella bandiera su tutte le capitali d’Europa, tra le quali, in ultimo, Roma, la culla della Cristianità. L’apparizione di una cometa luminosa nei cieli, viene interpretata come un segno di Allah che promette una gloriosa vittoria dell’Islam e la sottomissione dell’Europa cristiana.
I cavalli arabi si abbevereranno presto alle fontane di Piazza San Pietro. Nonostante due mesi di resistenza eroica, il destino di Vienna sembra segnato: colpi di cannone dell’esercito turco hanno fatto breccia nelle mura in diversi punti, aprendo la via per una rapida incursione della cavalleria tartara affiancata ai giannizzeri del Visir.
Le sortite sono sempre più feroci e frequenti. L’11 settembre – alle prime luci dell’alba – un monaco cappuccino tiene messa in cima alla collina che sovrasta la città. Poi, con un ultimo appassionato sermone, incita le truppe cristiane. Il suo nome è Marco da Aviano, nato in Friuli nel 1631 da una nobile stirpe.
E’ il consigliere e la guida spirituale dell’Imperatore Asburgico Leopoldo I. La battaglia tra i due eserciti opposti si trascina fino al tramonto, con risultati alterni per le due parti, in un gioco strategico di avanzate e ritirate, finché la Lega Santa, guidata da Re Polacco Jan III Sobieski conduce l’assalto finale che sbaraglia le truppe ottomane e l’ultima resistenza dell’accampamento nemico: venticinquemila tende tra le quali troneggia il padiglione verde dello stesso Kara Mustafa.
Durante l’intera battaglia la figura di Marco da Aviano si staglia nel cielo in cima alla collina tenendo tra le mani il crocefisso, sollevato al cielo. Qualche giorno più tardi, Marco in persona porterà lo stendardo di Maometto a Roma e lo consegnerà nelle mani di Papa Innocenzo XI”.
“La Mano di Fatima” si occuperà ancora del film.
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